La differenza fondamentale, che è anche la più evidente, si trova nell'opera di Marrocu che essendo quella depositaria dell'onore/onere di sottolineare l'omogeneità dell'esposizione, ha probabilmente reso la sua ideatrice responsabile delle ricerca di un maggiore dialogo con la location.
Pur mantenendo il filo come elemento caratterizzante, l'opera è stata stravolta. Messa da parte la vocazione avvolgente ed inclusiva che aveva caratterizzato l'interazione con il parco quale ambiente di incontri, giochi e tempo libero, si è reinventata con toni cupi più in linea coi rimandi drammatici propri del macello.

Il tutto passando attraverso le altre opere che, anche quando non modificate, sono cambiate nel loro senso e si fanno portatrici di nuove sfumature, più nere e tetre.



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